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Il velo di Agata tra i pellegrini

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IL VELO DI AGATA TRA I PELLEGRINI
DEL GIUBILEO MARIANO MOMPILERINO
 
Vogliamo ringraziare Mons. Barbaro Scionti, parroco della Cattedrale, per aver voluto arricchire il calendario del Giubileo con un dono tanto caro al cuore dei catanesi e di tutti noi figli dell’Etna, visceralmente legati alla nostra amata Santuzza, Agata.
La visita del sacro Velo a Mompileri é stata inserita anche nel programma delle celebrazioni agatine di agosto, come a voler sottolineare un particolare relazione tra Maria e Agata. Ai loro nomi, qui a Mompileri, amiamo aggiungere: “Due donne che vincono il fuoco”… ma si può anche dire: “Due donne che ardono del fuoco dello Spirito”. In Agata vediamo perpetuarsi, nella nostra terra, il “Si” ripetuto da Maria da Nazareth al Calvario. Agata é certamente una di quelli che hanno accolto l’invito di Maria a fare ciò che Gesù le ha detto. Nella ragazzina catanese possiamo riconoscere quella “parentela” con Cristo determinata da un vincolo più forte della carne e del sangue… quello della fede”.
Maria che stette ai piedi della Croce, non sarà rimasta ancora una volta in un silenzio pieno di tenerezza materna e di intercessione accanto a colei che con il suo sangue avrebbe reso sublime la terra di Catania al Cristo sio sposo?
La morte di Agata, quindi, comprende il concetto di “femminicidio”, ma, con buona pace di chi vuole consegnare al futuro una figura “politicamente attraente” non può essere limitata solo a questo, come sentiamo continuamente ripetere da operatori della comunicazione durante la.festa di febbraio…Agata é molto altro!
Il rapporto tra Mompileri e Agata, poi, é antico almeno mezzo millennio. Al 1537 ci indirizza il documento (riportato del libro di padre G. Lombardo – 1898), che racconta della salvaguardia dell’antica Baronia da un evento etneo. In occasione di una eruzione laterale (monte della Fusara) che ebbe iniziò il giorno 11 maggio. Il velo che ricopriva la statua della Madonna e quello della Martire vennero portati in processione penitenziale. Di fatto la lava aggredì la parete nord entrando in chiesa, ma poi si fermò ispirando alla popolazione la percezione di una protezione celeste. Ancora oggi le intrusioni laviche visibili neli ruderi del primo Santuario testimoniano i fatti del 1537.
Così, a Mompileri, Maria e Agata ci parlano al cuore attraverso il segno del velo.
Un velo, così debole davanti all’incedere della violenza della natura o della cattiveria e a volte della follia di alcuni uomini contro altri uomini…
E a Catania c’è una ricca letteratura circa l’intervento del velo di S. Agata in tanti eventi vulcanici: alcune relazioni della grande eruzione del 1669 (particolarmente importanti per Mompileri) nascono con l’intento principale di narrare la percezione di un elemento prodigioso dietro a certe deviazioni o all’arrestarsi di alcuni bracci lavici.
Non sto qui a fare procedimenti canonici sulla reale portata prodigiosa di fatti accaduti secoli fa, ma il simbolismo di questo sacro e amato Velo mi ha sempre affascinato.
Per tanti catanesi sembra più desiderabile avvicinarsi a venerare il sacro Velo che una delle membra stesse del corpo di Agata.
Certamente da Agata vogliamo sentirci avvolti, custoditi, riscaldati, e rinvigoriti in quella forza della fede che l’ha resa forte e potente, franca e autorevole per grazia di Dio davanti a tanti paradossi, ideologismi ed a tanta bassezza che caratterizzò l’umanità che le inflisse il martirio.
La presenza del Velo a Mompileri ricorda anche il particolare rapporto che la Chiesa di Catania ha deciso di avere con la Madonna della Sciara nel corso del tempo; specialmente quando il cardinale Nava riconobbe a questo luogo il carisma di Santuario “Per tutta la Diocesi nostra”.
Domenica 13 agosto 2023 non manchiamo di celebrare l’Eucarestia avendo vicino il segno della fragilità e della vittoria di Agata con la forza della fede. Già da ora diamo il benvenuto ai membri delle Associazioni agatine ed ai devoti di Sant’Agata che vorranno unire la loro alla nostra preghiera.
Pace e gioia.
Turnista giubilare